Credo sia il film kafkiano per eccellenza: un’esperienza fatta di simboli e parole, il percorso di uno scrittore che vive in una realtà parallela.
Mente e mondo intrecciano i loro fotogrammi e partoriscono Il pasto nudo, lo spettatore coglie una piccola percentuale della totalità, come è giusto che sia in questi casi.
Interessantissimi i titoli di testa, molto bello il discorso all’inizio tra Martin e Hank sulla scrittura.
Giudizio finale: mi tatuo una minuscola blatta sul polpastrello dell’indice sinistro.
L’ha ribloggato su Winston's Diary.
Se non l’hai già letto, ti consiglio l’omonimo libro di William S. Burroughs.
E’ come il film, meglio del film: conduce in luoghi dei quali si ignora l’esistenza!
Mi sa che lo leggerò!
Piccolo aneddoto sul libro: l’autore lo scrisse interamente sotto l’effetto delle droghe e non aveva memoria d’averlo fatto. Il titolo del libro, invece, è opera di Jack Kerouac!
Dopo aver letto questo libro, ho cambiato radicalmente il mio rapporto con la letteratura.
Ma basta, non ti tedio!
Spero ti piacera!
Ti farò sapere 😉